Arte, cultura e tradizioni

Una ferrovia dismessa: Gairo - Jerzu

Fu, negli anni che chiudevano l’Ottocento, una di quelle opere che oggi si chiamerebbero infrastrutturali, necessarie per far uscire paesi come Jerzu, Ulassai, Usini, da un isolamento che era durato secoli: prima di allora, prima della ferrovia Gairo Taquisara - Jerzu andare in quei paesi significava prendere cavalli e muli. Invece quei nove chilometri, tra i tratti più brevi dell’intera rete ferroviaria regionale, significarono l’apertura alla vita, cambiandola letteralmente a quegli abitanti, a quel territorio.

Il "tronchetto” si innestava sulla Mandas - Arbatax, che poi arrivava, volendo, sino a Cagliari. Si parla di oltre un secolo fa e la ferrovia Gairo - Jerzu ridusse il tempo di percorrenza tra il centro dell’Ogliastra al capoluogo regionale dai dieci giorni necessari per il calesse, alle nove ore della ferrovia: un bel successo, indubbiamente. La ferrovia ha svolto la sua funzione di collegamento egregiamente sino al 1956, quando i costi crescenti decretarono in tutt'Italia la soppressione di quelli che venivano identificati come i "rami secchi" della rete.
Ci furono tentativi di far rimanere in esercizio il tratto ma, con grande dispiacere degli abitanti del territorio, si decise di chiudere.

Ora i collegamenti vengono svolti con pullman. La linea ferroviaria Gairo - Jerzu è stata interamente smantellata e rimangono soltanto alcune tracce di quei binari, della massicciata. Spicca invece la stazione di Jerzu che è diventata un Museo, chiamato opportunamente "Stazione dell'arte", un edificio culturale voluto da Maria Lai, grande artista sarda, e che si trova, problemi della burocrazia, nel territorio di Ulassai. Ancora in vita, invece l’altro capolinea, Gairo Taquisara, a servizio del Trenino Verde che passa, nella stagione estiva, almeno una volta al giorno.

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