Il territoro

I tacchi d'Ogliastra

Sì, sembrano proprio dei tacchi delle scarpe. E da sempre questa similitudine è valsa all'identificazione dei monti dell'Ogliastra, di formazione calcarea - dolomitica e quindi, tendente, nel tempo, nei secoli, a cambiare anche conformazione. Il più spettacolare dei "tacchi" è il torrione di monte Corongiu, che si staglia davanti a Jerzu (Nuoro, Ogliastra, Sardegna Centro-Est), arrivando a superare, anche se di pochissimo, i mille metri d'altezza.

La conformazione del terreno ha messo in evidenza decine di "tacchi" nell'Ogliastra, tra cui il Perda Liana, Monte Tisiddu, Arba di Ussassai, il Monte Lumburau, il Monte Arquerì, il Anguil'e Ferru, caratterizzando l'intera zona. Negli ultimi anni quel territorio, tutelato, è sembrato rinascere in quanto sono diminuiti gli incendi, regolamentata la pastorizia, dando spazio e vitalità alla vegetazione, fatta di lecci in prevalenza, tornata a rispendere in tutta la sua bellezza. In alcune parti è stata portata avanti un'azione di rimboschimento e così si trovano ora boschetti di ciliegi, castagni e tassi.

Tutto è particolare nella zona dei tacchi d'Ogliastra: flora ma anche fauna, abbondante, che si è integrata sempre più con l'ambiente circostante. Doveva sembrare una zona sacra agli antichi abitanti dell'Ogliastra perché la scelsero per costruirvi una serie di nuraghi, importanti e caratteristici, non tutti studiati a fondo, come quelli di Serbissi, di Sanu, di Urceni, di Mela, di Is Cocorronis, di Pranu e di Su Samuccu. L'antropizzazione ha fatto il resto, riuscendo a mantenere all'ombra dei tacchi alcune attività come l'allevamento, fidando anche della tutela della zona, e pure una viticultura d'eccellenza, quella che ha poi dato alla Sardegna il Cannonau di Jerzu.


Nella foto: monte/punta Corongiu di Jerzu (Nuoro, Ogliastra, Sardegna Centro-Est), uno dei tacchi d'Ogliastra.

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